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Come garantire l’assenza di micotossine nelle piante medicinali
Le piante medicinali sono solo una moda? Hanno dei rischi per chi decide di utilizzarle? Ne abbiamo parlato con il team di analisi R-Biopharm Italia, che ci ha raccontato le ultime ricerche sulle più diffuse cure naturali basate sull’uso delle piante curative.
Proprio perché la diffusione è in aumento, i controlli affidabili diventano una garanzia importante per la salute di chi utilizza la fitoterapia.
L’interesse crescente verso le cure naturali
A livello globale c’è un crescente interesse per l’uso delle piante medicinali, sia come rimedi “naturali” sia come integratori alimentari.
In alcuni paesi, come l’India e la Cina, c’è una lunghissima tradizione nell’uso delle piante officinali e quindi una notevole esperienza di utilizzo e prescrizione proprio per scopi medicinali.
Le piante possono essere contaminate da micotossine
Le piante sono altamente suscettibili alle infezioni fungine durante la crescita, l’essiccazione e lo stoccaggio. In tutte queste fasi, si può quindi originare la contaminazione da micotossine. Per questo motivo è importante controllare la qualità delle piante medicinali, attraverso uno screening di routine delle stesse micotossine regolamentate anche negli alimenti e nei mangimi.
La ricerca multi-micotossina
Una recente pubblicazione di Sarkar et al., nel Journal of Chromatography Part A, riporta lo sviluppo e la validazione del metodo per l’analisi contemporanea di nove micotossine regolamentate in cinque diverse piante medicinali.
Ai fini dello studio, sono state selezionate le giloy, note anche come guduchi, ashwagandha, safed musli, satavari e tulsi. Si tratta di piante medicinali comunemente utilizzate in India per il trattamento dei disturbi umani.
Le micotossine ricercate erano le aflatossine (B1, B2, G1, G2), l’ ocratossina A (OTA), lo zearalenone, il deossinivalenolo, e le tossine T-2 e HT-2 che sono regolamentate nell’UE a diversi livelli in prodotti derivati dalle piante come cereali, noci, spezie e frutta secca.
La normativa sulle piante medicinali in Europa
Nell’UE non sono stati fissati limiti per le micotossine nelle piante medicinali o negli integratori, ma le erbe officinali sono analoghe ad una varietà di spezie già regolamentate in Europa.
Come funziona questo controllo di qualità?
Il metodo validato prevedeva l’estrazione delle erbe essiccate con metanolo all’ 80%, seguita dalla purificazione con le colonne ad immunoaffinità 11+Myco MS-PREP® (art.: P128).
L’estratto eluito dalla colonna è stato successivamente analizzato mediante LC-MS/MS per la ricerca di nove micotossine oppure mediante HPLC a fluorescenza per aflatossine, OTA e zearalenone.
I limiti di quantificazione per entrambi i metodi erano inferiori ai limiti massimi (ML) dell’UE, con recuperi compresi tra il 71 e il 110 % e una precisione (RSD) ≤ 10 % in tutte e cinque le matrici.
I vantaggi del nuovo metodo di analisi delle piante medicinali
Questa pubblicazione fornisce un altro esempio di dove – nonostante l’utilizzo della LC-MS/MS – i vantaggi dell’uso di colonne ad immunoaffinità per eliminare le sostanze interferenti sono evidenti.
Gli autori del lavoro di validazione raccomandano il metodo in funzione di accuratezza, affidabilità, robustezza e tempo di analisi per un risultato valido ai fini normativi.
Questo si traduce in un risparmio economico di circa il 40% rispetto all’approccio convenzionale, ossia il metodo dove si utilizzano colonne ad immunoaffinità per singole tossine.
Per i laboratori ed i professionisti, il team R-Biopharm Italia è a disposizione per condividere le proprie ricerche internazionali, metodi e supporti tecnici affidabili nell’analisi delle piante medicinali.
Il contatto come sempre è gratuito e senza impegno, basta compilare il seguente modulo: