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Alghe marine: proteine alternative o fonte di rischio?

Novembre è il mese “vegano”, uno stile di vita in continua crescita in tutto il mondo.
Come ricercatori per il controllo qualità degli alimenti, la nostra attenzione va sulle alghe: l’alimento vegano e sostenibile per eccellenza. Dal sushi alla cosmetica, sono tantissimi i campi in cui le alghe trovano applicazione, ma è proprio l’industria alimentare a mostrare il maggior interesse verso questo prodotto. Al contrario di quello che può sembrare, la Food and Drug Administration (FDA) tratta le alghe come spezie e non come frutti di mare o vegetali. In Europa rientrano nella normativa sui “novel foods” ((UE) 2015/2283 sui nuovi alimenti). Non possiamo dire se il crescente interesse verso il “superfood” in questione sia dovuto alle attività di marketing o all’interesse della popolazione verso stili di vita più sani e sostenibili, quello che possiamo fare è assicurarci che non abbiano conseguenze sulla salute delle persone attraverso specifici test alimentari.

Tipologie di alghe marine

Possiamo distinguere le alghe in due categorie principali: microalghe e macroalghe.
Quest’ultime sono quelle riconosciute come commestibili. Inoltre, anche la pigmentazione permette di suddividerle in altre 3 categorie:

  • Alghe rosse (Rhodophyta). La più famosa è l’alga Nori, pressata in foglie per tenere insieme i rotoli di sushi (sushi maki)
  • Alghe brune (Phaeophyceae). La più conosciuta è la Wakame, utilizzata nella zuppa di miso giapponese con un forte sapore di mare
  • Alghe verdi (Chlorophyta). La più comune è l’Ulva, lattuga di mare che assomiglia un po’ alla lattuga verde.

Tra le microalghe marine citiamo invece la Spirulina, la Clorella e l’Aphanizomenon flos-aquae (alghe AFA), disponibili sul mercato sottoforma di integratori alimentari.

Potenziali rischi

L’utilizzo sempre più frequente delle alghe marine nel comparto alimentare ha suscitato l’attenzione di molti laboratori di analisi sui potenziali rischi legati alla loro assunzione. I più comuni sono dovuti alla presenza di metalli pesanti, iodio, residui di pesticidi, agenti patogeni, micro e nano-plastiche, biotossine marine e allergeni.

Allergeni

In questo paragrafo, ci soffermiamo in particolare sull’allergenicità delle alghe marine. Non ci sono ancora evidenze scientifiche certe, ma sono presenti molti studi che descrivono reazioni allergiche dovute all’assunzione di questi alimenti.

Non è ancora ben nota l’entità della presenza di altri allergeni (come i molluschi ed i crostacei), ma è molto probabile una possibile contaminazione sia durante la coltivazione, sia durante i diversi processi produttivi della filiera alimentare. Ad esempio, i crostacei spesso si fermano sulle piattaforme usate per la coltivazione delle alghe rosse con la conseguente possibilità di essere raccolti insieme ed essere poi pressati ed essiccati nei fogli d’alga Nori. In questo senso i crostacei possono essere considerati la potenziale fonte di allergene dell’alga Nori.

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Fonti: