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Ocratossina A nel vino: limiti e metodi analitici

Quali sono i limiti di legge per l’ocratossina A (OTA) nel vino ed i metodi analitici che puoi utilizzare per verificare la sua presenza?

La presenza di ocratossina A (OTA) nei mosti, nei succhi d’uva e nei vini è riconducibile alla contaminazione delle uve da parte delle muffe del genere Aspergillus e Penicillinum durante lo sviluppo del frutto, l’invaiatura e la raccolta. Dal momento che l’OTA è una sostanza tossica e cancerogena e può essere pericolosa per la salute dei consumatori, la sua presenza nel vino deve essere verificata.

In particolare, la Commissione Europea nel regolamento (CE) 123/2005 ha stabilito un livello massimo consentito nel vino pari a 2 μg/L (ppb).

La soluzione analitica completa di R-Biopharm per la determinazione dell’OTA nel vino comprende:

  •  OCHRACARD: sistema mono-test per l’esecuzione dell’analisi direttamente in cantina, lettura visiva del risultato (presenza/assenza) in pochi minuti, livello di screening a 2 μg/L (ppb)
  • OCHRATOXIN-A IN WINE FLOW-THROUGH ASSAY: test facile e veloce per la ricerca di ocratossina A nei vini rossi, bianchi e rosati. Risultati in 10 minuti; Cut-off di 1 μg/L (ppb), non è richiesta alcuna attrezzatura da laboratorio
  • RIDASCREEN®: sistemi immunoenzimatici (ELISA) di tipo competitivo per l’analisi del campione tal quale, quantificazione mediante la lettura delle assorbanze con un lettore di micropiastre, LOD 0.5 μg/L (vino rosso) e 3 μg/L (vino bianco)
  • OCHRAPREP®: colonne ad immunoaffinità per estrazione, purificazione e concentrazione dell’ocratossina prima del dosaggio con HPLC o LC-MS/MS. Eliminano ogni eventuale interferenza da matrice e garantiscono eccellenti valori di recupero

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